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Comune di Cava de’ Tirreni, agitazione dei dipendenti: Senatore scrive a procura e Ministri Provincia Provincia e Regione 

Comune di Cava de’ Tirreni, agitazione dei dipendenti: Senatore scrive a procura e Ministri

“È con profondo sdegno e preoccupazione che si apprende della situazione di grave opacità e disfunzione che sta caratterizzando la gestione delle risorse umane presso il Comune di Cava de’ Tirreni. La proclamazione dello stato di agitazione da parte dei dipendenti comunali, come riportato da fonti giornalistiche, mette in luce un quadro amministrativo a dir poco scandaloso, che mina la fiducia dei lavoratori e dei cittadini nella trasparenza e nell’integrità dell’ente pubblico”, lo dice l’avvocato Alfonso Senatore del Movimento Nazionale in una lettera a Procura della repubblica di Nocera Inferiore, Ministro dell’Interno, Prefetto e Ministero della Funzione Pubblica. “La denuncia dei dipendenti evidenzia un problema gravissimo: la totale mancanza di trasparenza nelle procedure di Progressione Economica Orizzontale (PEO). È inaccettabile che tali procedure, fondamentali per il riconoscimento del merito e della professionalità dei lavoratori, siano state condotte d’ufficio, senza alcuna comunicazione né agli interessati né agli esclusi. Questo modus operandi non solo viola i principi basilari di equità e partecipazione, ma rappresenta un atto di arroganza istituzionale che calpesta i diritti dei dipendenti e il loro legittimo bisogno di chiarezza. L’assenza di pubblicazione dei dati relativi alle PEO, come denunciato, impedisce qualsiasi possibilità di verifica o ricorso da parte dei lavoratori, alimentando sospetti di favoritismi e irregolarità.

 

Ancora più sconcertante è la gestione dei dipendenti provenienti dal consorzio. È inammissibile che a questi lavoratori, già NON poteva essere assunti direttamente nell’ente, siano stati riconosciuti profili professionali altissimi e anzianità di servizio inesistenti, senza alcuna giustificazione pubblica o criterio oggettivo. Tale pratica, se confermata, non solo configura un abuso gestionale, ma rappresenta un insulto a tutti i dipendenti che, con anni di servizio e dedizione, si vedono scavalcati da decisioni arbitrarie e opache. Questo comportamento non fa che aggravare il clima di sfiducia e insoddisfazione già evidenziato dai sindacati, come riportato da Il Mattino e Anteprima24, dove si parla di uno “scollamento” tra l’amministrazione e i lavoratori, con un impatto devastante sul morale e sulla motivazione del personale.

 

L’amministrazione comunale di Cava de’ Tirreni sembra operare con una logica di chiusura e autoreferenzialità, ignorando il principio di accountability che dovrebbe guidare ogni ente pubblico. La mancata condivisione di informazioni sulle PEO e la gestione poco chiara dei profili professionali non solo ledono i diritti dei dipendenti, ma compromettono la qualità dei servizi offerti ai cittadini. È inconcepibile che un’istituzione pubblica si permetta di agire con tale superficialità, senza fornire spiegazioni o dati che consentano un confronto aperto e costruttivo.

 

Questa situazione richiede un intervento immediato e deciso. Il Comune deve fare chiarezza, pubblicando integralmente i criteri, le valutazioni e i risultati delle procedure PEO, garantendo accesso ai dati a tutti i dipendenti e alle organizzazioni sindacali.

 

Inoltre, è indispensabile un’indagine approfondita sulle modalità di attribuzione dei profili e delle anzianità ai lavoratori provenienti dal consorzio, per accertare eventuali irregolarità e ripristinare la fiducia nella gestione dell’ente. L’amministrazione non può continuare a nascondersi dietro un muro di silenzio: i dipendenti meritano rispetto, trasparenza e giustizia. La cittadinanza tutta, che si affida al Comune per servizi essenziali, ha il diritto di pretendere un’istituzione che operi con integrità e responsabilità. Se queste gravi accuse troveranno conferma, il Comune di Cava de’ Tirreni dovrà rispondere non solo ai lavoratori, ma anche all’opinione pubblica, per un comportamento che appare non solo inefficace, ma potenzialmente lesivo dei principi di buona amministrazione. È tempo che l’ente abbandoni questa gestione opaca e si impegni per ricostruire un rapporto di fiducia con i propri dipendenti, vero cuore pulsante della macchina comunale”.

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